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Il Borgomastro di Francoforte 

Superati vieti pregiudizi circa la non educatività del genere, il giallo per ragazzi risulta una delle letture più gradite dai giovani e uno dei settori più praticati dall’editoria specializzata.
Anche gli autori italiani hanno cominciato a battere questi sentieri sempre più frequentemente e con risultati apprezzabili che smentiscono una certa idiosincrasia dei nostri scrittori a scendere sul terreno dei generi. Adriana Merenda costruisce con sapienza e delicatezza una storia in cui le convenzioni di genere, cioè il mistero, l’indagine, gli indizi (veri e falsi) si intrecciano con una lieve dose di ironia, soprattutto la demistificazione e la presa in giro dei protagonisti e delle loro vicende, ironia che a tratti scivola in aperto umorismo, come nelle disavventure e nei tics dell’investigatore più imbranato.
I personaggi sono quelli tradizionali del giallo alla Chandler: l’investigatore disincantato e burbero, la bella segretaria, l’aiutante volenteroso ma pasticcione. Se un appunto si può fare, riguarda la presenza di protagonisti adulti, che rendono difficile l’identificazione dei giovani lettori, non bastando a questo scopo la figura del ragazzino che, pur rivelandosi infine il deus ex machina della vicenda, tuttavia gioca prevalentemente un ruolo marginale nell’intricato garbuglio di spionaggio internazionale, riti infantili e pasticci dei grandi. Le illustrazioni di Alessandro Ferraro sono oltremodo evocative di un clima enigmatico ed inquietante degno di un giallo che si rispetti. 

Fernando Rotondo, "LG Argomenti", giugno 2000