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Sono nata sulla costa settentrionale della Sicilia, di fronte alle Isole Eolie, in un paese con una lunga spiaggia, un faro, una scogliera e un nome che evoca imprese leggendarie: Capo d’Orlando.
A ridosso della spiaggia, la "piana" era coltivata ad agrumi, mentre le colline erano grigie di ulivi. 

Della mia infanzia ricordo ancora i racconti che mi venivano letti nelle lunghe sere d’inverno. Fu allora che nacque in me l’amore per i libri. 
Quando arrivò il tempo delle letture solitarie, nella biblioteca di casa pescavo di tutto. 
Amavo leggere, ma mi piaceva anche giocare all’aria aperta. I miei luoghi magici erano il mare, misterioso e imprevedibile, e la campagna, dove ero principessa di 
ulivi centenari
dai tronchi come castelli. 

Poi la scuola occupò gran parte del mio tempo. Ricordo gli interminabili esercizi di traduzione di antichi testi ma, pure, le amicizie, le discussioni, le scelte importanti. 

Dopo il liceo mi sono trasferita a Bologna e mi sono iscritta alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Abitavo in San Vitale e dalla finestra della mia stanza vedevo le due torri. Spesso erano avvolte dalla nebbia. Sono stati anni di studio intenso e di contestazione. Nelle aule affollate di via Zamboni ho partecipato a severe lezioni e a infuocate assemblee studentesche. 
Poi la mia attività di insegnante mi ha portata in Trentino. 

Ora vivo in montagna con tanti libri, tanti film, tanta musica e alcune macchine fotografiche. E la valigia pronta per un viaggio.
La valle ha un nome che accoglie, Val di Sole. E’ il luogo dove è nato mio marito e dove sono nati i miei figli. E’ attraversata da un torrente e circondata da boschi che ospitano orsi e caprioli, scoiattoli e picchi.
D’inverno faccio escursioni con gli sci da fondo al passo Campo Carlo Magno. Della neve mi piace la luce e il silenzio, ma il mare è una perenne nostalgia e ci torno spesso. 

Ho cominciato a scrivere ritagliandomi spazi serali nelle intense giornate di lavoro. 
Se provo a cercare un motivo, lo trovo nel gusto del gioco iniziato con i miei figli quando erano bambini e poi lasciato lì, in fondo ad un cassetto. Intanto i miei studi si indirizzavano altrove, ma da quel cassetto mi arrivava un continuo richiamo. Così ho ripreso in mano quel materiale (filastrocche, brevi racconti) e l’ho considerato un punto di partenza per un viaggio nell’immaginario, nel mondo fantastico che ognuno si porta dentro. E, davanti allo schermo luminoso del computer, ho cominciato a inventare personaggi, luoghi, situazioni...

Non ricordo una data d’inizio, ma ricordo benissimo quando, inaspettatamente, le Nuove Edizioni Romane hanno detto sì alla pubblicazione del mio primo libro. Era il 1996. 
Il libro è Aspra di Boccasole.