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ADRIANA MERENDA, scrittrice per ragazzi.

Il suo ultimo libro, “ Fake – Falsi profili”, sta andando molto bene. I ragazzi che lo leggono ne sono entusiasti ed è chiamata in molte scuole per presentarlo. “ E’ piaciuto forse perché sono riuscita a cogliere i loro disagi” ci spiega Adriana Merenda, autrice di narrativa per ragazzi, che abbiamo incontrato nella sua casa di Malè.

D: Nei suoi libri affronta diversi temi anche di attualità, come il rapporto con Internet, il bullismo…

R: Questo si è verificato nei libri più recenti, In quelli precedenti lasciavo più spazio alla fantasia e ho ambientato delle storie nei boschi e, poi, al mare, descrivendo avventure estive … Negli ultimi anni ho scritto libri e racconti che parlano di adolescenti e di ragazzi di 13, 14, 15 anni. Ho descritto i loro problemi , ma anche i loro rapporti con i compagni di scuola. In questo ho fatto tesoro della mia esperienza di insegnante. In genere avevo di fronte ragazzi più grandi, ma le dinamiche sono abbastanza simili. Inoltre, quando uno ha in casa i figli e i loro amici, osserva i comportamenti anche senza volerlo e immagazzina delle impressioni che riversa nel testo scritto.

D: Come si passa dal lavoro di insegnante a quello di scrittrice?

R: E’ avvenuto contemporaneamente. Insegnavo e scrivevo. La mia attività di scrittura, però, restava estranea al mio lavoro insegnante. Come insegnante mi occupavo di Letteratura italiana e Storia, come scrittrice mi occupavo, all’inizio,di racconti fiabeschi. Scrivevo per i miei figli: da loro sono nati gli spunti per i racconti, i giochi, gli scherzi. Mi divertivo. Ho interi quaderni di filastrocche scherzose scritte per loro. Il fatto di essere un’insegnante mi ha poi aiutata a valutare i testi. Mi è successo di lasciarli in fondo a un cassetto per molto tempo. Poi li ho riletti a distanza di anni e li ho valutati con freddezza, come non fossero miei. Mi sono piaciuti e ho ritenuto che potessero essere proponibili. Così li ho proposti alla Nuove Edizioni Romane, della quale Casa Editrice sapevo solo che aveva pubblicato la raccolta di racconti di Roberto Piumini, l’autore che amavo molto e che leggevo ai miei figli. Non ero presentata da nessuno … La risposta fu positiva e così partì il primo libro. A me sembrò una cosa molto facile. Il realtà è difficilissimo pubblicare.

D: Come si approccia alla scrittura?

R: Una volta scrivevo soltanto di sera quando la casa era un po’ silenziosa. Io mi isolavo e mi mettevo alla mia scrivania. Ora che i figli non sono più in casa e le cose sono cambiate anche rispetto al lavoro, qualunque ora è buona e in genere mi vanno bene le ore del mattino. A volte arrivo all’ora di pranzo senza avere mai interrotto…

D: Come organizza il testo scritto?

R: Seguo l’ordine cronologico dei fatti narrati, con la grande “presunzione” di non sapere come la storia andrà a finire. Non faccio mai all’inizio l’organizzazione esatta del libro. Molti autori lo fanno. Io invece ho l’idea, l’immagine di una situazione e di un protagonista (o una protagonista) in quella situazione, e lo lascio agire. Dopodiché vedo dove i fatti narrati mi conducono. Dirigo la storia e a mia volta mi faccio guidare dalle vicende.

D: Ha mai pensato di scrivere narrativa per adulti?

R: Ho l’idea di conoscere abbastanza i ragazzi e, quindi, di potermi rivolgere a loro con situazioni e personaggi credibili. Penso che non sarei altrettanto interessata e altrettanto capace - ma non mi sono mai messa alla prova - nell’elaborare un storia per adulti. Sono un’avida lettrice e sono talmente belli e interessanti i libri che leggo che non penso assolutamente di potermi mettere in competizione.

D: Si ispira a qualche autore in particolare?

R: Non sono una lettrice di libri per ragazzi. Ho letto i libri di Piumini (soprattutto le poesie e Lo Stralisco, che mi è piaciuto moltissimo) e di Gianni Rodari . Questi sono stati gli autori per ragazzi che ho amato e che mi hanno dato la voglia di scrivere. 

Quali sono i suoi progetti futuri?

Ho scritto qualcosa, però scaramanticamente non ne parlo. Sto aspettando una risposta … Se va bene probabilmente concluderò con questo libro la mia attività.

D: Come vede i ragazzi di oggi?

R: Non lo so … Mi viene da rispondere con frasi fatte perché non ho più una conoscenza ampia e diretta della situazione. Leggo i giornali e attraverso le loro inchieste conosco i ragazzi di oggi e i loro problemi. Negli incontri con le scuole li vedo seri, impegnati. Ma i giovani hanno difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro e, di conseguenza, a realizzare un progetto di vita complesso. A volte scherzosamente dico che rimangono adolescenti a lungo.