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L’ultimo mistero di Adriana Merenda

Dalle giocose prose d’arte dei racconti di Aspra di Boccasole, ambientati in un medioevo fiabesco, a un traffico di sostanze radioattive che fa da sfondo al passaggio infanzia- adolescenza di quattro ragazzi di un paesino di montagna: Il mistero delle luccipietre. Fra questi due libri, il sottile gioco investigativo costruito su equivoci che si mordono la coda in Il borgomastro di Francoforte con gli azzeccati personaggi di Branco, Bella Doc, Morbillo.
Sembrerebbe un salto non da poco quello di Adriana Merenda, ma in realtà è un ritorno a quel primo libro. Siamo ancora nel racconto di formazione. In particolare, a un diverso sentimento della femminilità che vuole crescere contendendo al mondo maschile ciò di cui storicamente è stato gelosissimo: la cultura. Anche Bettina, il personaggio principale, come Aspra, è una ragazza ribelle che contesta il modello della brava ragazza che la madre le vuole imporre. “Troppe vitamine!”. E’ il suo motto contro il cliché della piccola donna alle prese con gli attrezzi del mestiere della donna adulta (linea, trucchi, bei vestiti, civetterie). Di conseguenza cambia anche il rapporto con i coetanei maschi, trattati da pari con l’aiuto della conoscenza e della competenza. Il passaggio da un’età all’altra implica la classica prova, la dimostrazione di saper portare delle responsabilità e di affrontare la realtà con comportamenti affettivi e cognitivi del tutto nuovi.
Come già nel Borgomastro di Francoforte l’autrice abbandona la prosa musicale e tornita di Aspra di Boccasole per usare il linguaggio dei ragazzi. 

Alberto Delpero, "La Val", maggio 2002.