Bullismo
Il tema è attualissimo e gli ultimi episodi di bullismo assurti alle cronache dei giornali, rendono ancora più stimolante la lettura di un libro che penetra il mondo degli adolescenti spaziando a 360 gradi nelle loro problematiche.
Edito da Nuove Edizioni Romane, il libro indaga alcuni nodi della realtà attuale cercando di cogliere gli effetti nella personalità dei ragazzi e nelle loro relazioni. Una delle novità sempre più dirompenti dell’attuale società è quella dei frequenti trasferimenti in ambienti diversi determinati dalle necessità di lavoro dei enitori; Federica, protagonista quattordicenne del libro, si trova a dover affrontare un cambiamento imprevisto; da un tranquillo e ameno paese sul lago con una forte consapevolezza della sua qualità ambientale, è costretta a spostarsi nell’inquietante cemento di Milano, città simbolo della modernità che a questa novella divinità paga lo scotto di rapporti umani sempre meno sinceri e sempre più pervasi da uno spirito di competizione che tutto giustifica; ciò la espone all’incertezza di relazioni tutte da costruire in un momento, quello della crisi adolescenziale, di per sé psicologicamente difficile.
Proiettata in una classe che la esclude e la costringe a fare i conti con spiacevoli dinamiche, scopre anche la genuinità di alcuni compagni coi quali vivrà il momento esaltante dell’episodio clou del libro, quello che porta allo scoperto la violenza di cui è vittima da tempo immemorabile Maraf, un compagno ormai tanto assuefatto alla violenza quotidiana, che subisce sul bus numero 19 come a scuola, da non ipotizzare nemmeno una qualità diversa in quella scuola, dove tutti sono troppo impegnati per vedere o preferiscono evitarlo. Solo nel momento in cui c’è qualcuno che non si gira dall’altra parte dandola vinta alla cultura della violenza, la fragilità e l’inconsistenza dei bulli escono allo scoperto.
Un gruppetto di amici che supera la barriera dell’omertà e della paura rende giustizia al diverso, ma non restituisce all’istituzione quell’immagine di vivibilità che di solito le viene attribuita. Anch’essa in fin dei conti preferisce scrollare le spalle, minimizzare il problema, lasciare che il disagio delle vittime sempre accantonato incancrenisca nel dileggio. Un bel libro che guarda con disincanto al mondo degli adolescenti e non ne risolve la problematicità nella chimera di una società futura sicuramente migliore.
Eva Polli, “El Magnalampade“, n. 6, agosto 2012.
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