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Aspra di Boccasole 

Gli scrittori trentini che si confrontano con la produzione letteraria italiana li contiamo sulle dita di una mano. Adriana Merenda è fra questi. Insegnante di Lettere di origine siciliana, vive a Malè da più di venti anni. Il suo esordio un anno fa con Aspra di Boccasole e altri racconti edito dalle Nuove Edizioni Romane nella collana Nuova Biblioteca dei Ragazzi. Un’occhiata agli autori che fanno compagnia ad Adriana Merenda in questa collana può dare un’idea circa il prestigio della stessa: Roberto Piumini, Ermanno Detti, Ursula Woelfel, Dereck Sampson, Jill Tomlison… e altrettanti illustratori di pari fama.
Aspra di Boccasole è un libro di racconti costruiti con l’impalcatura della novellistica popolare. Le radici fiabesche danno però vita ad una struttura narrativa che va al di là dei rigidi schemi fiabeschi. Il linguaggio è musicale sia per il ritmo pacato ma ben scandito che per la piacevolezza melodica del narrare. Allitterazioni, giochi di parole, simmetrie fanno dei racconti delle piccole partiture.
Racconti da ascoltare, quindi. Pregio raro nella narrativa contemporanea fatta più per la lettura individuale che per l’ascolto. E se per la letteratura in generale è un pregio, per la narrativa destinata all’infanzia è un carattere indispensabile.
I contenuti sono classici: amore, guerra, amicizia, separazione. Ma la veste è sicuramente inedita. La guerra ad esempio è sempre trattata con un’ironia che ne vuole sottolineare l’assurdità in tutti i suoi aspetti. Solo l’entrata in scena della donna e quindi dell’amore rompe il castello di presunzioni dei guerrafondai e pone le fondamenta di una pace sicura e felice. La donna portatrice di valori alternativi a quelli dell’universo maschile è un motivo presente in quasi tutti i racconti.
Anche nel racconto “I due nemici ovvero la guerra che non si combatté“ è la donna a portare la pace in un contesto di inimicizia ereditaria che come ci ha ben spiegato Gatterer è sempre dovuto alla non conoscenza dell’altro.
“Il falò” è incentrato sul pregiudizio nei confronti dello straniero. Forse non a caso è ambientato in un paese che si chiama Valnoce. Qui saranno due bambini a tagliare la spirale delle dicerie fantastiche che la gente del paese ha intessuto attorno alla figura di un lavoratore stagionale.
Aspra di Boccasole, protagonista del racconto che dà il nome al libro, rievoca la figura di Marianna Ucria, forse il personaggio più importante uscito dalla penna di Dacia Maraini. Comune tra le due protagoniste l’amore per i libri che fa prendere loro coscienza della vacuità delle rigide convenzioni sociali in cui vivono. In particolare della loro condizione di donne nobili votate a una vita da recluse . “Ma perché la vita dei signori è così brutta, padre?” dice Aspra nel racconto. 
I luoghi comuni della fiaba vengono rivisitati alla luce delle conquiste sociali contemporanee, prima fra tutte l’emancipazione femminile.
Una fiaba più vicina al contesto sociale dei lettori d’oggi, anche dei più piccoli, che però non rinuncia a proporre l’antico messaggio: nell’eterna lotta fra il bene e il male (fra intelligenza e ignoranza) il primo ha sempre la meglio...

"N.O.S. Magazine", luglio 1997