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Aspra di Boccasole e altri racconti 

Sette racconti in cui lo spirito cavalleresco e le sue propaggini nelle epoche posteriori rivivono in guerre e tornei, amori e odi, rivalità e amicizie, scontri e incontri che decidono d’una vita intera, specie se i protagonisti sono di sesso diverso. Un delicato filo d’ironia permea le pagine e provoca un divertito sorriso, ma non c’è il minimo accenno dissacrante di ideali, costumi, comportamenti del tempo che fu. E’ più facile avvertire, qua e là, una certa nostalgia di un lontano passato, il riconoscimento - e il rincrescimento insieme - della sua irripetibilità.
La lingua ben calibrata alla materia del racconto e la struttura sintattica conferiscono alla narrazione un’inconfondibile fisionomia stilistica. Molti i colpi di scena, graditissimi a un giovane lettore, così come l’uso intenso d’ un dialogo fluido e pregnante che connota efficacemente i personaggi; un dialogo che sta in perfetto rapporto con gli elenchi di persone e luoghi posti alla fine di ogni racconto, quasi un sommesso invito, una garbata sfida al lettore perché si cimenti a trarre da queste storie una sceneggiatura o almeno una lettura in chiave teatrale. 
Gioca a favore di questa ipotesi l’onomastica spiritosa e allusiva:
“Il cavaliere bianco, ovvero Gonzo dei Duchi di Magonza, signore di Passoglorioso, cavaliere dei Santi Monti, figlio dell’eroe delle foreste nere… Il cavaliere bianco, ovvero Gonzo dei Duchi di Gonzaga, signore di Cimarocciosa e cavaliere delle Sette Terre, figlio dell’eroe delle isole misteriose” , oppure “Dragone Mazzacollo detto il Bellachioma, Predone Calanotte detto il Barbaforcuta” … E’ una serie di rimandi efficaci, di puntuali connotazioni che assicurano un piacevole costante ritmo al racconto e creano una vera e propria fascinazione di lettura.
Pia Valentinis sa stare al gioco con le sue illustrazioni piene di fine verve creativa. 


Carla Poesio, "Libero", gennaio-marzo 1997